La questione relativa ai BFP della serie Q/P è, ormai da anni, oggetto di disputa tra consumatori e le Poste Italiane.
Una nuova decisione dell’Arbitro Bancario finanziario conferma che i buoni della serie P/Q vanno liquidati come da tabella sul retro.
Ma Cosa Era Successo?
Molti consumatori si sono visti rimborsare per i Buoni emessi da Poste dopo il luglio 1986 e di durata trentennale meno di quanto riportato dalla tabella indicata sul retro del buono e di quanto avessero sottoscritto al momento dell’acquisto.
Questo è stato dovuto alla scelta di Poste di liquidare i Buoni serie P/Q come quelli della serie Q con un tasso di interesse minore, come modificato dall’art. 5 del Decreto Ministeriale emesso nel 1986.
Per un periodo, Poste ha utilizzato Buoni della serie P trasformandoli in Q, con la semplice apposizione di timbri che prevedevano tassi inferiori rispetto alla precedente serie.
La serie Q stabiliva tassi fino al 20° anno e per i successivi anni dal 21 al 30 anno, alcuni Buoni avrebbero reso lire 285.150 per ogni singolo anno; altri lire 1.290.751 ed altri ancora lire 1.777.400.
Su alcuni di essi, invece, non è stato apposto alcun Timbro!
Insomma un vero caos!!
Che ha consentito a Poste di liquidare i buoni applicando i tassi più svantaggiosi per i consumatori con somme decurtate di oltre il 30%.
Quali le novità?
L’arbitro Bancario finanziario con una Nuova decisione la n.6142/2020 conferma l’ orientamento che questa tipologia di Buoni vada liquidata come da tabella sul retro, applicando, pertanto, i tassi più vantaggiosi per il cliente consumatore.
Conclusione
Visionate i vostri Buoni e se appartengono alla serie P/Q fateli periziare, anche se li avete già incassati, potrete ottenere il rimborso di quanto decurtato da Poste.
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